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I perché e i percome...

Ho voluto raccontare  di fatti dolorosi e devastanti usando l'escamotage del romanzo noir, non solo, ho anche decontestualizzato l'argomento proponendolo in uno scenario che non è quello abituale e ben conosciuto per il lettore italiano. Volutamente. Per citare Zavattini:"il tentativo non è quello di inventare una storia che somiglia alla realtà, ma di raccontare la realtà come se fosse una storia"

Ho scelto di non permettere a chi legge di aggrapparsi a riferimenti culturali noti. Il desiderio è quello di proporre una bella storia, un'avventura, cruda e dura, ma proprio grazie a questo diversivo narrativo toccare poi corde emotive che in questo modo vengono appena sfiorate e non appesantite dalla mano della realtà che è ancora più pesante. Ci sono riuscito? Non lo so. Chi legge è l'unico arbitro. L'apprezzamento e il piacere della lettura sono giudizi di valore che lo scrittore non può dare.

Tutti i protagonisti hanno per un momento della loro vita dovuto scegliere che indirizzo dare alla propria esistenza. Gli omicidi e la caccia al serial killer sono alla fine lo spunto e la cornice per meglio ripercorrere le singole personalità. Il nome del personaggio centrale è Joshua. Non siamo forse tutti dei "poveri Cristi" in balia del mondo?

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