top of page

 -Vecchie riflessioni-

 

 

Sulla libertà...

 

 

 

"Il mattino ha l'oro in bocca, dice il Prete rosso, questo è senza ombra di dubbio vero.Il Re si sveglia presto, di proposito. La corte lo segue ligia, lustra, sottomessa, pronta a raccogliere la goccia di bava cadente con lingua nervosa. Goccia di bava del potente... nettare per il sicofante. Non sottovalutate il Re, egli non dorme mai, non ozia come noi, lavora, prepara. Udite lo stridore dei meccanismi surriscaldati dal troppo lavoro. E' in arrivo l'era luminosa, non ci sono più poteri oscuri, non c'è più tirannia violenta... siamo liberi, liberi...liberi di fregarcene altamente. L'era dell'accidia, dove tutto scorre sotto i nostri occhi, dove le chiacchiere sulla giustizia e la liberta, si interrompono per via della pubblicità. Dove mentre parlo di ideali mi viene in mente... nulla... non mi viene in mente nulla. Però è cosi consolatorio pensare di avere dei valori, mentre si vivono le stesse cose di tutti gli altri, mentre si cercano i benefici che cercano tutti gli altri, mentre si cerca l'approvazione come tutti la cercano, mentre si predica bene e si razzola male. Questa è la nuova corte, non più pretoriani armati, non più guerrieri spietati pronti a difendere il Re nero, ma una moltitudine di chiaccheroni con in mano una birra e l'altra mano sui coglioni. Faremo muro, infrangibile, il muro della finta partecipazione. Solidissimi mattoni di indifferenza a difendere questo potere. E saremo premiati, niente più fruste sui nostri dorsi, ma partite di calcio a tre euro, tv 24 ore su 24, blockbuster sempre aperti, rate e mutui per tutte le tasche. La rivolta è stata sedata, non a raffiche di mitra ma a colpi di consigli per gli acquisti. Non si può uccidere il Re, perché il Re vive in noi."

Marzo 2009

© 2015 di Massimiliano Riccardi

Su Massimiliano

Massimiliano Riccardi, Genovese. Nato nel 1968, cresciuto respirando gli umori di una città che non c'è più. 

I vicoli, l'angiporto, quando i bambini nonostante tutto potevano giocare nelle piazzette e alla sera le donne e gli anziani portavano le sedie da casa per chiacchierare per strada fuori dai portoni. La Genova delle vecchie "bagasce" sedute ad aspettare i clienti abituali, dei Camalli del porto, degli operai e dei commercianti, dei ricchi aristocratici sullo sfondo di questa umanità dolente. Miseria e nobiltà. I camorristi dei vicoli, la malavita che ancora rispettava regole non scritte ma assolute che tutelavano coloro al di fuori del loro ambiente. Quando il porto di Genova era il più importante d'Europa. Un mondo scomparso. Quando Genova era una grande città, dove le mille contraddizioni erano la vera forza.

Svolge diversi lavori sino al 1995, viaggia, accumulando esperienze tra le più varie e diversificate. Successivamente inizia la sua attività di infermiere, prevalentemente in reparti di "area critica" come il pronto soccorso, l'unità coronarica, la neurochirurgia.

Da sempre lettore compulsivo. Predilige la saggistica legata alla storia. Ama il romanzo noir ma spesso devia verso il fronte della letteratura underground. Appassionato di cinema, colleziona film. Amore sviscerato per il cinema noir anni '50 e per le riduzioni cinematografiche delle opere di Tennessee Williams. Colleziona fumetti.

Scrive racconti, si dedica alla stesura del suo primo romanzo che intitolerà "Joshua". Un dramma che tocca le corde più profonde dell'anima. Violenza, abusi sessuali, omicidi. Tutto raccontato in uno stile narrativo che segue le regole del giallo.

 

 

 

bottom of page